Supporto volontario e collaborativo per Joomla!® in italiano

Joomla!, comunicare con un CMS

Copertina Tesi Joomla! di Aldo CerioliMi sono laureato descrivendo l’universo dei CMS e soprattutto, il microcosmo di Joomla!. Non ho dato consigli su come assemblare o impostare un componente o un modulo, ma ho analizzato il tipo di comunicazione che si può ottenere con Joomla!, chi lo usa e le esigenze di ogni singolo utente cui cerca di rispondere.
La prima parte del mio lavoro si è aperta con uno sguardo al Web 2.0. Nella fase del Web 2.0 si è assistito a quel passaggio, che ha portato coloro che avevano un sito web dalla filosofia dell'essere presenti in rete a quella della condivisione. A mio avviso ciò che rappresenta meglio il concetto di Web 2.0 è la mind map di Markus Angermaier, il quale ha assemblato i punti cardine del Web 2.0, tra i quali troviamo alcuni aspetti psico-sociali, come la partecipazione e la condivisione, che sono divenuti fondamentali a livello comunicativo nella realizzazione di un sito web.
Parallelamente a questo aspetto la mia tesi ha voluto ripercorre la vicenda storica dei CMS, che dal 1995 (Vignette è stato il primo esempio di CMS) ad oggi hanno assunto forme sempre più importanti, tanto da divenire la base di partenza per lo sviluppo dei siti di aziende private, pubbliche oppure sviluppati da singoli utenti.
Oggi possiamo considerare i CMS come i Lego del 21° secolo. Perché li paragono ai Lego? Il problema della realizzazione di un sito, precedentemente, risiedeva nella conoscenza richiesta per svilupparlo. LegoDar vita a un software che consentisse a chiunque di gestire documenti, notizie, immagini, forum e quanto possa essere utilizzato in un sito Web, aggirava il fatto di conoscere il linguaggio HTML. Il cambio era radicale. Da un sistema statico (basato sul concetto di pagina per pagina) i CMS permettevano di passare ad un sistema dinamico (basato sul concetto di struttura personalizzabile). Scindere a livello operativo il codice dal contenuto, significava velocizzare la pubblicazione dei contenuti. Il codice dava la struttura, ma la gestione si liberava di quelle complessità che fino ad allora ne limitavano l'uso e l'usabilità. Un esempio su tutti? La diffusione dei blog, fenomeno comparso nel Web 2.0, risiede nella loro facilità d'uso. Ma dietro ad un blog si nasconde sempre un CMS.
Cosa hanno concesso, allora, i CMS al popolo dei blog? Una struttura, che automatizza e rende semplice l'inserimento, la pubblicazione e l'archiviazione di testi, immagini e di ogni tipo di componente multimediale. Consente ad ogni utente di poter scrivere i propri contenuti come se usasse un normalissimo word editor. Averli resi liberi da ogni vincolo di conoscenza tecnologica, ha permesso di liberare il loro estro e le loro passioni. I CMS hanno dato la voce a tutte quelle persone che prima si sentivano escluse per limiti di conoscenza informatica. Dotando le persone di un simile strumento il sito web è divenuto un luogo dove comunicare con gli altri, dove esprimere opinioni o semplicemente un luogo dove dar sfogo alle proprie passioni. Ciò ha dato luogo a forme di comunicazione e di partecipazione in cui è l'uomo al centro del processo.
A tutto ciò va aggiunto l'enorme impronta lasciata dal movimento Open Source. Il movimento, partito agli inizi degli anni Ottanta, ha man mano assunto una importanza notevole nel panorama dell'Information Tecnology. Grazie anche alla diffusione della Rete, è nata la filosofia del “nostro”, che vide come protagonista la creatura di Linus Torvalds, Linux. L'Open Source grazie a Internet ha potuto farsi conoscere con facilità, coinvolgendo hackers, programmatori e semplici appassionati che, in questo movimento, hanno ritrovato i concetti chiave della filosofia del “nostro”.
Come ha affermato Nicola Bassi nel suo libro “Open Source”, si è venuto ad affermare un modello basato sulla “cultura del dono”. In un ambiente come Internet dove le risorse sono infinite, l'atto del dono verso la comunità viene visto come ricerca della considerazione e della stima altrui. Il dono è visto come moneta di scambio con gli altri individui in modo da ottenere non denaro o risorse, ma la reciproca considerazione e stima. La ricompensa è la gratificazione dell'ego. Condividere un codice sorgente è un punto di aggregazione per poter ricevere e dare considerazione all'opera altrui. È un credo comune che la comunità coltiva non come cieco obiettivo da raggiungere, ma come risorsa collettiva da condividere. Da questa ventata di rinnovamento, sono stati coinvolti tutti gli applicativi, compresi i CMS. Nel loro caso hanno ricevuto l'impulso derivante anche da coloro che nel sito non vedono lo sviluppo di una struttura software, ma solamente un modo di comunicare ed entrare in un mondo al quale partecipare, o, come sarebbe più opportuno asserire, condividere.
La seconda parte è dedicata interamente a Joomla!.
Dopo una parte dedicata alla nascita di Joomla!, partendo dalla scissione di Mambo, abbiamo ricostruito la sua storia arrivando fino alla consacrazione del CMS, confermata dai vari premi ottenuti. Quali sono i punti di forza su cui Joomla! poggia? I punti vincenti di Joomla! in questi anni sono stati i seguenti:
  • un processo di installazione semplice;
  • una gestione semplificata del codice sorgente;
  • la sicurezza del codice; la sua semplicità d'uso;
  • la possibilità e la semplicità nell'espandere il prodotto.
Ma la sua vera forza trainante rimane la grandezza della comunità. Avere una comunità, con forum diffusi in 42 lingue diverse, testimoniano come il progetto abbia una dimensione internazionale.
La grandezza della sua comunità, inoltre, è divenuta una variabile di scelta da parte di tutti quegli utenti che si sono mossi verso il panorama dei CMS Open Source. Gli utenti, quando scelgono Joomla!, trovano una famiglia pronta ad abbracciare le loro esigenze, tanto da coccolarli e da garantirgli una continua assistenza. Tutto ciò induce sempre più spesso molta gente ad orientarsi verso Joomla!, non solo per le sue qualità come prodotto, ma soprattutto come luogo d'incontro dove condividere le stesse esperienze. E tutto questo a costo zero, o meglio ancora, come detto in precedenza, basandosi sulla cultura del dono. L'altro fattore interessante è dato dal fatto di essere un prodotto eternamente beta. I consigli, dal più utile al più frivolo, sono un bene comune che conduce tutta la comunità a volgere l'attenzione su qualsiasi segnalazione provenga in merito al progetto.
Solo attraverso questa rete di informazioni, si riesce a comprendere verso quali direzioni è corretto migliorare il prodotto e su che basi va implementato e supportato. Come la maggior parte dei progetti Open Source, anche la comunità Joomla! ha fatto tesoro dell'esempio di Linux. Linus Torvald, quando diede vita al progetto di Linux, aveva indicato una strada che poi, in forma diversa, tutte le comunità Open Source hanno ripreso come esempio.
La sua politica prevedeva:
  • mettere a disposizione degli interessati un codice, funzionale, da testare ma soprattutto estendibile;
  • libertà di collaborare al progetto, senza alcun vincolo rigido;
  • rendere parte attiva gli sviluppatori e gli utenti nella fase di revisione e di rilascio delle varie release del software.
Questi fattori sono presenti in modo analogo anche nelle vicende che riguardano Joomla! Quando gli sviluppatori diedero vita a Joomla! presero un codice funzionale ed estendibile come Mambo Open Source; gli sviluppatori riuscirono a coinvolgere gli utenti in questa nuova avventura, puntando proprio sul coinvolgimento e sulla libertà nel rapporto di collaborazione. Il rilascio delle varie versioni ha quindi fatto da collante, soprattutto nelle fasi iniziali, quando le varie release si succedevano con maggiore frequenza.
Il riconoscimento pubblico è la moneta con cui viene ripagato il lavoro degli sviluppatori. Allo stesso tempo gli utenti sono impegnati a valutare, a conoscere la validità del software e a rilevarne le eventuali anomalie. Dal punto di vista della comunicazione, il mezzo che più di tutti svolge un ruolo primario all'interno della comunità rimane il forum. 28 canali in cui si può trovare una immensità di argomenti, dai più frivoli ai più tecnici, di cui discute la comunità. Il tipo di atteggiamento che si riscontra all'interno del forum nei confronti di tutti è quello di un ambiente dove si scambiano idee, si chiedono consigli, si offrono soluzioni ma sempre con una certa allegria e senso del divertimento. Ma una comunità come Joomla! non poteva diffondersi in maniera globale, se non ci fossero stati i siti delle comunità locali. Queste realtà sono importanti, poiché spesso rappresentano la porta di accesso alla galassia di Joomla!. Per un utente è più facile entrare in contatto con una comunità che parla la propria lingua. Un movimento che ormai conta numeri da far girare la testa, non poteva non disporre di un portale specifico per la sua comunità. Rappresenta una vetrina nella quale ritrovare tutte le ultime novità sul mondo di Joomla!. Nel portale una menzione la merita il Magazine. Joomla! Community Magazine è la rivista online che approfondisce la conoscenza della comunità. Scopo del magazine è quello di conoscere e di far scoprire chi sono i membri che abitano questo luogo. Offre uno spazio a coloro che ogni giorno volontariamente si impegnano per portare avanti un impegno preso non solo con la comunità, ma con se stessi. Dare spazio alle loro storie e alla loro voce è una forma di riconoscenza all'impegno fino ad ora profuso. Questo voler dare sempre maggior spazio e voce alla comunità si rileva anche nell'introduzione della White Paper. La White Paper, letteralmente “Carta Bianca” in italiano, segna un cambiamento radicale nello sviluppo di Joomla!. Il team vuole che siano gli utenti a suggerire le funzionalità da implementare, in modo da poter progettare lo sviluppo del codice. Non sarà più il Team Core a decidere cosa sviluppare e che strada intraprendere, ma ci sarà un documento pubblico, la White Paper, sul quale aggiungere le funzionalità importati che la comunità segnalerà, discuterà e deciderà di sviluppare. Una scelta del genere lascia intendere un piano di sviluppo che parte dal basso, che raccoglie le esigenze di tutti, che farà emergere quelle che sono le funzioni che gli utenti riterranno principalmente da sviluppare. Si evidenzia così un alto senso di responsabilità da parte del team verso la propria comunità di riferimento e una partecipazione democratica nel processo decisionale. Sicuramente per la storia di Joomla! questo rappresenta una svolta importante, che dovrà essere monitorata nelle fasi successive per verificare in quale tipo di problemi un processo del genere potrebbe imbattersi. Nella parte finale della tesi ho analizzato chi comunica con Joomla!. Quando si vuole creare un proprio sito Web, sarebbe opportuno pensare a ciò che si vuole realizzare.
In questo Joomla! semplifica molto le cose a chi si trova a dover effettuare un passo del genere. Joomla! è un software molto flessibile, in quanto si adatta molto bene a quelle che sono le esigenze del realizzatore del sito. Le personalizzazioni, sia grafiche che strutturali, permettono di trovare con estrema facilità la configurazione che più si avvicina alle proprie esigenze. Mind Map Web 2.0Colui che comunica attraverso Joomla!, in misura e modi che possono variare, presenta le seguenti caratteristiche:
  • partecipazione;
  • condivisione;
  • socializzazione;
  • solidarietà sociale.
Se riprendiamo la mappa mentale di Markus Angermeier, ritroveremo gli stessi concetti, a sottolineare come Joomla! sia pienamente in linea con i criteri comunicativi del Web 2.0. Nella mia ricerca ho elaborato una classificazione dei siti realizzati con Joomla! a seconda del tema trattato. I raggruppamenti sono:
  • sport
  • fans
  • club
  • auto e moto
  • tecnologici
  • istituzionali
  • servizi
  • università
  • cultura e spettacolo
Con Joomla! si può realizzare un sito che soddisfa le più disparate forme di comunicazione. Si può cercare una forma minimale o una forma più mirata alla condivisione e alla socializzazione. Il progetto Joomla! è pensato per gli utenti e verso gli utenti, si rende disponibile ad ogni soluzione utile per le loro necessità. In questo reciproco bisogno di comunicazione, si è creata con gli anni una simbiosi che ha dato al progetto sempre più visibilità e considerazione. Il Web del futuro sarà un Web delle cose e delle persone. Entreremo nella dimensione del “things that think”, letteralmente cose che pensano, come sostengono da tempo gli studiosi del M.I.T. di Boston.
In un mondo in cui verremo ad avere “cose che pensano”, sarà fondamentale avere quelle che Gerry Mc Govern definisce “words that work”. Come ribadito dallo studioso americano, il Web è il terreno della parola. La differenza fra successo e fallimento sta nell'usare le parole giuste e nei modi più appropriati. Se la parola verrà ad avere un ruolo ancora più importante, i CMS, e soprattutto Joomla!, costituiranno il modo più semplice per poterla usare. Non solo dare voce ai muti, ma concedere la possibilità a tutti di esprimersi.

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